A luglio di quest'anno ho partorito con dolore il mio primo figlio. Un maschio. All'inizio della gravidanza pensavo fosse femmina. Ritenevo di aver un eccellente sesto senso. Su questa futura bambina già proiettavo le mie speranze, i miei progetti, i miei dolori, le mie gioie: una piccola me, pensavo, più fortunata, forse. Alla quindicesima settimana di gravidanza ecco che appare il pisellino. E da quel momento solo amore puro e incondizionato. Ecco la differenza tra i sessi. Differenza che, certo inconsapevolmente, colpisce ancora tutti, anche me, che pensavo di essere, non dico femminista, ma sicuramente convinta, non solo da punto di vista teorico, della parità tra i generi. La mia futura bambina avrebbe invece dovuto sorbirsi una mamma con troppe aspettative o con poche aspettative: il risultato non cambia e il danno prodotto è grave comunque. Scoperto il pisellino invece mi sono trovata ad amare il futuro bambino (ora meravigliosa creatura dotata di pianto) senza mai pensare a come sarebbe stato, che adulto sarebbe diventato. Perchè in amore non ci importa quanto male ci faccia la persona che amiamo, quante corna, quanti ritardi, quante delusioni, talvolta quanti colpi, continuiamo ad amare comunque.
E allora mi sono sentita in colpa. Pensavo di essere diversa dalle altre. Pensavo che non avrei mai commesso gli stessi errori di mia madre (chiaramente in buona fede). La mia futura bambina avrebbe sofferto. Poi é arrivato Edoardo e non Claudia e allora mi sono comprata Dalla parte delle bambine e l'ho letto tutto d'un fiato. Non so perchè non lo avessi ancora letto. Sembra una contraddizione: ma come, ti sei fatta un figlio maschio e ti leggi un libro su come vengono cresciute le bambine?
In realtà non c'è affatto contraddizione. Il cambiamento non sta solo nel crescere diversamente le nostre figlie, ma anche nel crescere diversamente i nostri figli maschi. O crescerli come individui, punto. E smettere di pensare che l'appartenza a un genere piuttosto cha a un altro faccia la differenza. E forse questo è ancora più difficile. Spero che Edoardo mi aiuti a farlo. Da sola non credo di potercelo fare.
"Il bambino è una persona seria. è un formidabile, accanito, instancabile, attento, lucido, preciso lavoratore" scrive l'autrice del libro, "Da quando viene al mondo, è un insaziabile, temerario, curiosissimo esploratore che usa sensi e intelletto, come uno scienziato, teso con tutte le sue energie alla conoscenza. Prova e riprova, fallisce e ritenta con pazienza infinita (...) sempre pronto a esporsi, a rischiare, in un mondo di adulti che lo ostacola invece di favorirlo (...) si espone temerariamente (...) con un coraggio che è soltanto suo e di quell'età e che è IDENTICO NEI DUE SESSI." E p...
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